La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
Titolo: La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
Titolo originale: Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil
Autore:Hannah Arendt
Anno di prima pubblicazione: 1963
Acquista questo libro suTitolo originale: Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil
Autore:Hannah Arendt
Anno di prima pubblicazione: 1963
Frasi di “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme” 12 citazioni
“Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di...” (continua)(continua a leggere)
“Fu la prima volta che vidi la selvaggia brutalità dei tedeschi.”
“L’espulsione e il genocidio, sebbene siano entrambi delitti internazionali, devono rimandere distinti; la prima è un crimine contro le altre nazioni, mentro il secondo è un attentato alla diversità umana in quanto tale, cioè a una caratteristica della condizione umana senza la quale la stessa parola umanità di svuoterebbe di ogni significato.”
“Non era stupido, era semplicemente senza idee. Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee, possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell'uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme. Ma era una lezione, non una spiegazione del fenomeno, né una teoria.”
“Un processo assomiglia a un dramma in quanto che dal principio alla fine si occupa del protagonista, non della vittima.”
“Ancor oggi, a circa vent'anni dalla fine della guerra, la nostra conoscenza dell’immenso materiale archivistico del regime nazista si fonda soprattutto sulle selezioni effettuate per conto di autorità giudiziarie inquirenti.”
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