Tutte le frasi di Iginio Ugo Tarchetti
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“Gli uomini veramente grandi non possono dubitare di un'esistenza futura, perché sentono in se medesimi la propria immortalità.”
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Fosca
“Dimenticare! È uccidersi, è rinunciare a quell'unico bene che possediamo realmente e impreteribilmente, al passato.”
- Dal libro: Racconti fantastici
“La malignità è cattiveria impotente.”
- Dal libro: Fosca
- Dal libro: Racconti fantastici
“Per quanto ci è dato argomentare dalla festività e dalla quiete apparente di tutti gli animali, il dolore morale sembra retaggio esclusivo dell'uomo. E suo retaggio esclusivo sono quindi il riso ed il pianto; d'onde parci poter dedurre che il sorriso non sia meno delle lacrime un'espressione del dolore.”
“Più volte considerando i caratteri de' miei connazionali, studiando le loro qualità e le loro tendenze, al confronto del tedesco grave e malinconico, dell'inglese dotto e laborioso, del francese facile e colto, ho dovuto arrossire della generale frivolezza degli italiani.... Oh perchè non sono nato sotto quel cielo severo e melanconico...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Racconti fantastici
“L'ingenuità nella donna è più pericolosa della malizia.”
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- Dal libro: Racconti fantastici
“Il più delle volte noi amiamo di essere belli per noi stessi, perchè amiamo anzi tutto noi stessi, e consideriamo la bellezza fisica come un riflesso, come un'espressione della bellezza morale.”
“I denti neri o ingialliti, mal collocati, indicano quasi sempre mitezza d'animo, sofferenza, virtù, rassegnazione.”
“Un fatto meraviglioso si presenta, fino dalle prime epoche della storia dei popoli, agli occhi dell' osservatore e del filosofo. Cinque o sei furbi matricolati regolano a bacchetta i destini di tutta questa massa sterminata di pecore che è l'umanità. Ho letto, non so più dove: mala bestia esser l'uomo, divina cosa la umanità.”
“Sembra che tutta la natura sia animata da una forza di contrasti, da una legge, da uno spirito di contraddizione immutabile. Gettate gli sguardi sul vostro passato, e vedrete che la vostra vita, le vostre opere, i vostri affetti non sono stati che una serie di contraddizioni continue. Volete vivere? morrete. Desiderate la morte? avrete una vita...” (continua)(continua a leggere)
“Anzi tutto se la vita vuolsi misurare dagli anni piuttosto che dalle passioni, io non ho fatto finora che un primo passo nella vita. Sappiano le mie lettrici—ed è ad esse specialmente che io rivolgo questa osservazione—che io non ho che ventisette anni, e sono in tutto il vigore della gioventù e della salute: Oltre a ciò la mia esistenza scorse...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
“Si suol dire che l'amore non mira che al possedimento e che con esso finisce, e non si distingue tra la passione e l'amore. È la passione che si uccide col possedimento, ma l'amore incomincia con esso e perdura. L'una cosa è dei sensi, l'altra dell'anima. Si dovrebbe dire degli amanti: si piacciono - dei coniugi: si amano.”
- Dal libro: Fosca
- Dal libro: Racconti fantastici
“Tutte le intelligenze superiori, tutte le nature superiori sono isolate - l'aquila vive sola, il leone solo.”
- Dal libro: Racconti fantastici
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“Il linguaggio più eloquente dell'amore è il silenzio.”
- Dal libro: Racconti fantastici
“Non tutte le ingratitudini che si commettono dagli uomini debbono imputarsi esclusivamente alla loro volontà. Occorrono molte circostanze nella vita, in cui la natura o la società ci costringono ad essere ingrati, e sono assai rari quei casi in cui noi possiamo emettere un giudizio sincero e coscienzioso sopra un atto d'ingratitudine; poiché è...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Racconti fantastici
“A che scopo dolerci delle donne? Noi possiamo mostrare loro di conoscerle, di saperle apprezzare nel loro valore, di tenerle anche in ispregio; esse sono tuttavia ben certe che noi le ameremo sempre.”
- Dal libro: Fosca
“Leggo per dimenticare, per conoscere quali sono le gioie che il mondo dispensa ai felici e per goderne quasi di un eco.”
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
“Gli uomini giocano colla loro felicità come i fanciulli, perduta la rimpiangono come uomini. L'idea della felicità negli uomini non può esser derivata che dalla memoria d'un bene trascorso o dal presentimento di un bene avvenire - in una vita antecedente o in una vita futura - giacchè non vi è nulla quaggiù d'onde essi abbiano potuto attingere...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Racconti fantastici
“Questo amore che si rafforza col progredire della vita, e sembra tanto più ingigantire quanto più si distacca da essa, ci fa fede della sua continuazione al di là della morte. Il dolore che accompagna il morire, il rimpianto che lo segue, il desiderio che lasciamo di noi morendo sembrano dirci che una sola cosa portiamo con noi dalla terra,...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Racconti fantastici
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“Gli uomini non ripongono mai la loro felicità in ciò che sono, ma in ciò che sperano di divenire; e non so se sia per questa illusione che essi non possono mai raggiungere la felicità, o se, appunto perché sanno di non poterla mai raggiungere, la ripongono volentieri in questa illusione.”
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- La trovi in Dio
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
- Dal libro: Racconti fantastici
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“Quella misteriosa espiazione che tutti sentono di subire nella vita, diventa sempre più attiva e più travagliosa, quanto più la vita stessa si avvicina al suo termine - o sia che l'espiazione affretti e addolori di più il termine della vita, o che il volgersi più rapido della vita al suo fine rincrudisca esso stesso la espiazione.”
- Dal libro: Racconti fantastici
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“I prosperi e i fortunati sono raramente, o male, uomini religiosi. Gli sventurati soltanto corrono a gettarsi ai piedi degli altari e cercano nella speranza d'un'esistenza futura un compenso ai mali di questa. Io mi sono spesso rivolto una domanda angosciosa: È l'agiatezza che rende i prosperi ingrati alla divinità, o è la sventura che ha creato...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Fosca
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