Tutte le frasi di Beppe Severgnini
“Se volete un consiglio per un’attività sorprendente, eccolo: annoiatevi.”
“L'Italia è un posto dove le cose stanno sempre per succedere. Di solito, sono cose insolite: la normalità, da noi, è eccezionale.”
“I migliori capi che ho avuto, in trent’anni di professione, avevano questa caratteristica: riuscivano a scoprire le qualità di ognuno, spesso prima dei diretti interessati. Li ho soprannominati «Dickens». Grandi speranze sui sottoposti, e spesso venivano esauditi. I capi meno bravi erano, invece, concentrati su se stessi: le qualità che sapevano...” (continua)(continua a leggere)
“Una giusta quantità d’irrequietezza è utile. La capacità di cambiare restando se stessi è importante anche nel lavoro. Pensate a personaggi diversissimi come José Mourinho e Madonna, Martin Amis e Sean Penn, Bernard-Henri Lévy e Rita Levi-Montalcini: insopportabili, magari, ma non prevedibili. Non si tratta di semplice versatilità, che può...” (continua)(continua a leggere)
“Il simbolo della nostra nazione meteoropatica non è l’elmo di Scipio: sono gli occhiali scuri. Non li togliamo nemmeno nelle presentazioni, lasciando i presenti nel dubbio: è un mafioso, soffre di congiuntivite o è soltanto maleducato? Nulla di tutto questo, naturalmente. Siamo soltanto antichi adoratori del sole.”
“L’università è un investimento su se stessi. E, insieme alla scuola pubblica, resta l’ultimo grande frullatore sociale, capace di mescolare redditi, censo e geografia. Se si ferma, siamo spacciati.”
“Noi italiani siamo un grande popolo con alcune debolezze. Quasi sempre, purtroppo, spettacolari. Qualche esempio? Altre culture hanno prodotto malavita organizzata – spesso frutto di un’idea degenerata di famiglia – ma soltanto la mafia ha creato tanta letteratura, tanto cinema e tanta televisione. Molte belle città hanno attraversato momenti...” (continua)(continua a leggere)
“Se siete attirati dal mare aperto del mondo, andate. Partite. Scappate. Ma ricordate che una nazione, una regione, una città, un quartiere, una scuola, un’associazione, un gruppo di amici e una famiglia sono il porto da cui siete partiti; e dove, magari, tornerete. Anche nomadi e marinai hanno patria.”
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