Auguri di Natale
Frasi di auguri per il Natale
Descrizione Tema
Ogni Natale c'è bisogno di fare gli auguri agli amici, ai parenti, ai nonni. Per ciascuno di loro, le migliori frasi di buon Natale si trovano in questa sezione. Divertenti, speciali, romantici, con questi auguri puoi scrivere i migliori biglietti di buon Natale che si siano mai visti!
Il Natale è un amalgama di tradizioni provenienti da molteplici culture, accumulatesi nel corso dei secoli. Il pranzo a base di tacchino e l'albero decorato, i biglietti di auguri e Babbo Natale, il vischio, le campane, i canti e le musiche natalizie, i festoni e gli addobbi, le zampogne, il presepe (vivente e di statuine di vario genere e dimensione), sono tutte espressioni della tradizione popolare, spesso provenienti da paesi lontani e molto diversi tra loro. Ma sono diventati un tutt'uno nei festeggiamenti del 25 dicembre, giorno del calendario in cui nessuno è davvero sicuro che sia realmente nato Gesù Cristo.
L'idea di festeggiare la Natività il 25 dicembre fu avanzata dapprima all'inizio del quarto secolo, perché intelligentemente i padri della Chiesa desideravano eclissare le festività del 25 dicembre che già appartenevano al culto pagano che minacciava l'esistenza del nascente cristianesimo.
È importante notare che solo due secoli dopo la nascita di Cristo - un tempo relativamente breve - nessuno sapeva esattamente quando fosse nato, e ciò, del resto, importava a poca gente. I compleanni in quei tempi non avevano importanza, erano le date di morte quelle che contavano. Inoltre, Cristo era divino, e la sua nascita naturale veniva deliberatamente minimizzata. La Chiesa arrivò al punto di annunciare che era peccato pensare di festeggiare il compleanno di Cristo, "come se fosse un Faraone".
Vari teologi apostati, tuttavia, cercarono di determinare con esattezza la data della Natività, e ottennero una serie di date confuse: 1 gennaio, 6 gennaio, 25 marzo e 20 maggio. In seguito, quest'ultima divenne una delle date preferite, perché il Vangelo di Luca afferma che i pastori che ricevettero l'annuncio della nascita di Cristo stavano facendo la guardia alle loro pecore di notte. I pastori della Palestina tenevano d'occhio le greggi notte e giorno soltanto nel periodo in cui nascevano gli agnelli, ovvero in primavera; in inverno gli animali venivano tenuti in recinti e non erano custoditi. Ciò che alla fine determinò la scelta della data attuale fu la crescente popolarità della religione che rappresentava il maggior rivale del cristianesimo, il mitraismo.
Il 25 dicembre, i romani pagani, che erano ancora in maggioranza, celebravano il "Natalis Solis Invicti", il "compleanno dell'Invincibile Dio Sole", Mitra. Il culto era nato in Persia e aveva messo radici nel mondo romano nel primo secolo a.e.v. Nel 274 e.v., il mitraismo era talmente popolare tra le masse, che l'Imperatore Aureliano lo proclamò religione ufficiale di Stato.
All'inizio del 300, il culto mise seriamente in pericolo la cristianità, e per un certo periodo non fu chiaro quale sarebbe stata la fede che ne sarebbe uscita vittoriosa.
I padri della Chiesa discussero le possibilità che si presentavano loro. Si sapeva benissimo che i romani, sia patrizi che plebei, amavano molto le festività che si protraevano nel tempo. Erano state poste le basi di tale tradizione nel lontano 753 a.c.., quando il re Romolo fondò la città di Roma sul Colle Palatino. Non era soltanto la ricorrenza di "Natalis Solis Invicti" ad essere occasione di banchetti e sfilate; lo stesso avveniva per la celebrazione dei Saturnalia, in onore di Saturno, dio dell'agricoltura. La Chiesa aveva bisogno di celebrare a sua volta qualcosa nel mese di dicembre.
Perciò, per offrire ai convertiti un'occasione da festeggiare con orgoglio, la Chiesa riconobbe ufficialmente la nascita di Cristo. E per competere con forza contro la festa di coloro che adoravano il pagano dio sole, stabilì che il giorno della natività fosse il 25 dicembre. La ricorrenza sarebbe stata osservata con il caratteristico sistema di preghiera, ovvero con la messa di Cristo.
Come scrisse un teologo intorno al 320: "Per noi questo giorno non è santo come per i pagani, ma non in ragione della nascita del sole, bensì in ragione di colui che lo ha creato".
Il festeggiamento del Natale si diffuse permanentemente nel mondo occidentale a partire dal 337 d.c., quando l'imperatore romano Costantino venne battezzato, unendo per la prima volta la corona imperiale alla fede cristiana. Il cristianesimo divenne la religione ufficiale di Stato.
E nel 354 d.c., il vescovo Liberius di Roma reiterò l'importanza di non celebrare soltanto la morte di Cristo, ma anche la sua nascita. Di lì in poi il Natale conobbe solo ascesa. Salvo poi precipitare ai tempi d'oggi nella banalizzazione consumistica che è innanzi agli occhi di tutti. Ma questa è un'altra storia.
Il Natale è un amalgama di tradizioni provenienti da molteplici culture, accumulatesi nel corso dei secoli. Il pranzo a base di tacchino e l'albero decorato, i biglietti di auguri e Babbo Natale, il vischio, le campane, i canti e le musiche natalizie, i festoni e gli addobbi, le zampogne, il presepe (vivente e di statuine di vario genere e dimensione), sono tutte espressioni della tradizione popolare, spesso provenienti da paesi lontani e molto diversi tra loro. Ma sono diventati un tutt'uno nei festeggiamenti del 25 dicembre, giorno del calendario in cui nessuno è davvero sicuro che sia realmente nato Gesù Cristo.
L'idea di festeggiare la Natività il 25 dicembre fu avanzata dapprima all'inizio del quarto secolo, perché intelligentemente i padri della Chiesa desideravano eclissare le festività del 25 dicembre che già appartenevano al culto pagano che minacciava l'esistenza del nascente cristianesimo.
È importante notare che solo due secoli dopo la nascita di Cristo - un tempo relativamente breve - nessuno sapeva esattamente quando fosse nato, e ciò, del resto, importava a poca gente. I compleanni in quei tempi non avevano importanza, erano le date di morte quelle che contavano. Inoltre, Cristo era divino, e la sua nascita naturale veniva deliberatamente minimizzata. La Chiesa arrivò al punto di annunciare che era peccato pensare di festeggiare il compleanno di Cristo, "come se fosse un Faraone".
Vari teologi apostati, tuttavia, cercarono di determinare con esattezza la data della Natività, e ottennero una serie di date confuse: 1 gennaio, 6 gennaio, 25 marzo e 20 maggio. In seguito, quest'ultima divenne una delle date preferite, perché il Vangelo di Luca afferma che i pastori che ricevettero l'annuncio della nascita di Cristo stavano facendo la guardia alle loro pecore di notte. I pastori della Palestina tenevano d'occhio le greggi notte e giorno soltanto nel periodo in cui nascevano gli agnelli, ovvero in primavera; in inverno gli animali venivano tenuti in recinti e non erano custoditi. Ciò che alla fine determinò la scelta della data attuale fu la crescente popolarità della religione che rappresentava il maggior rivale del cristianesimo, il mitraismo.
Il 25 dicembre, i romani pagani, che erano ancora in maggioranza, celebravano il "Natalis Solis Invicti", il "compleanno dell'Invincibile Dio Sole", Mitra. Il culto era nato in Persia e aveva messo radici nel mondo romano nel primo secolo a.e.v. Nel 274 e.v., il mitraismo era talmente popolare tra le masse, che l'Imperatore Aureliano lo proclamò religione ufficiale di Stato.
All'inizio del 300, il culto mise seriamente in pericolo la cristianità, e per un certo periodo non fu chiaro quale sarebbe stata la fede che ne sarebbe uscita vittoriosa.
I padri della Chiesa discussero le possibilità che si presentavano loro. Si sapeva benissimo che i romani, sia patrizi che plebei, amavano molto le festività che si protraevano nel tempo. Erano state poste le basi di tale tradizione nel lontano 753 a.c.., quando il re Romolo fondò la città di Roma sul Colle Palatino. Non era soltanto la ricorrenza di "Natalis Solis Invicti" ad essere occasione di banchetti e sfilate; lo stesso avveniva per la celebrazione dei Saturnalia, in onore di Saturno, dio dell'agricoltura. La Chiesa aveva bisogno di celebrare a sua volta qualcosa nel mese di dicembre.
Perciò, per offrire ai convertiti un'occasione da festeggiare con orgoglio, la Chiesa riconobbe ufficialmente la nascita di Cristo. E per competere con forza contro la festa di coloro che adoravano il pagano dio sole, stabilì che il giorno della natività fosse il 25 dicembre. La ricorrenza sarebbe stata osservata con il caratteristico sistema di preghiera, ovvero con la messa di Cristo.
Come scrisse un teologo intorno al 320: "Per noi questo giorno non è santo come per i pagani, ma non in ragione della nascita del sole, bensì in ragione di colui che lo ha creato".
Il festeggiamento del Natale si diffuse permanentemente nel mondo occidentale a partire dal 337 d.c., quando l'imperatore romano Costantino venne battezzato, unendo per la prima volta la corona imperiale alla fede cristiana. Il cristianesimo divenne la religione ufficiale di Stato.
E nel 354 d.c., il vescovo Liberius di Roma reiterò l'importanza di non celebrare soltanto la morte di Cristo, ma anche la sua nascita. Di lì in poi il Natale conobbe solo ascesa. Salvo poi precipitare ai tempi d'oggi nella banalizzazione consumistica che è innanzi agli occhi di tutti. Ma questa è un'altra storia.
“Al mio collega, che merita più ferie di me, auguro un Buon Natale e una tranquilla settimana di riposo!”
“Spero di avervi portato ciò che mi avevate chiesto... se mi fossi dimenticato qualcosa, scrivetelo pure alla befana che provvederà a farvelo avere. Babbo Natale.”
“La cordialità e l'accoglienza che esprimete ogni anno per il Santo Natale possa venirvi sempre contraccambiata. Sinceramente, ringraziando, auguriamo un felice Natale!”
“Vi porgiamo questo piccolo e semplice dono, con l'augurio di un Natale ricco di affetti e sentimenti! ”
“I nostri più sinceri auguri di un lieto Natale!!”
“Piccolo silenzioso albero di Natale... Guarda: i lustrini che tutto l'anno dormono in una scatola buia, le palline, le catenelle rosso-oro, i fili di lana... alza le tue piccole braccia e te li darò tutti: ogni dito avrà il suo anello e non ci sarà più un solo posto buio d'infelicità. E noi ci prenderemo per mano, con gli occhi incantati sul...” (continua)(continua a leggere)
“Vi auguriamo il meglio per questo rinnovato periodo natalizio! Sperando che questa festività riempia di gioia e divertimento questi giorni.”
“Non ho né la barba, né il vestito rosso, ma un dono te lo mando lo stesso. Buon Natale!”
“Un augurio di buon Natale.”
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