“Penso che non mi abbiano nemmeno ascoltato.”
Pochi attimi prima di commettere il suicidio rituale giapponese (seppuku). Lo scrittore revanchista Mishima si era rivolto ai militari della base Ichigaya, il quartier generale di Tokyo del Comando Orientale delle Forze Giapponesi di Auto-Difesa, mentre i suoi seguaci del Tatenokai o 'Società dello Scudo', tenevano in ostaggio il Comandante del campo. Mishima incoraggiò i soldati a lanciare un colpo di stato militare ed a restaurare i poteri tradizionali dell'Imperatore. Loro risposero con grida di scherno. Mishima gridò 'Viva l'Imperatore!' tre volte, rientrò e pronunciò le sue ultime parole con un filo di voce prima di eseguire l'eviscerazione rituale. Uno dei seguaci di Mishima, un venticinquenne chiamato Masakatsu Morita, cercò tre volte di decapitare ritualmente Mishima ma fallì: la sua testa venne finalmente spiccata da Hiroyasu Koga
Ultime parole prima di morire
22/08/2013 alle 15:37 Valutazione mediaVota quiCuriosità 562
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I don't think they even heard me. (Moments before committing ritual suicide (seppuku) Note: He had addressed the garrison at the Ichigaya Camp, the Tokyo headquarters of the Eastern Command of Japan's Self-Defense Forces, while his followers, the Tatenokai or 'Shield Society', held the Commander hostage. Mishima encouraged the soldiers to launch a military coup and restore the traditional powers of the Emperor. They responded with mocking jeers. Mishima shouted 'Long Live the Emperor!' three times, went back inside, and spoke his last words under his breath before performing the ritual self-disembowelment. One of Mishima's followers, a 25-year-old named Masakatsu Morita, tried three times to ritually behead Mishima but failed; his head was finally severed by Hiroyasu Koga.
“No comment.”
“Oh, merda!”
“Vancouver! Vancouver! Eccola! Ecc...”
“Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto.”